Le necessità degli impianti di depurazione

Il Ciclo idrico di un depuratore (cioè tutte le attività che vengono svolte per la raccolta e il trattamento delle acque reflue sia municipali che industriali) si definisce chiuso quando “la risorsa prelevata dalla fonte è restituita in natura debitamente depurata“. Per questo motivo la destinazione finale del fango ottenuto dall’attività di depurazione di un impianto è un punto cruciale per la sua sostenibilità ambientale ed economica.
Il costo di smaltimento dei fanghi può incidere tra il 15% e il 50% sui costi di gestione di un impianto di depurazione. In generale, il costo di invio dei fanghi in agricoltura si aggira sui 50-70 €/t, mentre per lo smaltimento in discarica attualmente si hanno costi superiori ai 100 €/t. Le criticità ambientali e sociali derivate dallo smaltimento dei fanghi di depurazione hanno portato gli stati ad aumentare le restrizioni negli spandimenti del fango in agricoltura, destinandolo ad altri metodi di smaltimento, come discarica o termovalorizzazione, con costi ben più alti.
Queste restrizioni hanno portato Maggiori oneri con ricadute sul conto economico dei gestori che hanno anche sempre più maggior difficoltà di raggiungere gli obiettivi di riduzione di smaltimento dei fanghi. È per questo motivo che urgono tecnologie di pretrattamento che ottimizzino l’efficienza dei processi di trattamento e di disidratazione, riducendo così il volume totale di fango in uscita dall’impianto e alleggerendo i costi di smaltimento.

La cavitazione controllata per l’aumento della disidratabilità del fango

Un esempio significativo è dato dal video qui di seguito che mostra un test eseguito con la nostra unità mobile presso l’impianto di depurazione di Cuma il più grande di Napoli e uno dei più grandi d’Europa, con una capacità di trattamento di 1.200.000 a.e.
La necessità primaria dei gestori di questo impianto è proprio quella di trovare una soluzione tecnologica che permetta di aumentare la disidratabilità del fango destinato alle centrifughe, per poter aver una maggior separazione della frazione solida da quella liquida. Infatti, separare maggior liquido dal solido significherebbe ottimizzare il volume di fango in uscita dall’impianto e ridurre i costi per lo smaltimento che sono una delle voci che maggiormente gravano sulle risorse economiche dell’impianto:

Il test svolto sull’impianto ha avuto proprio come obiettivo quello di mostrare come l’azione di disgregazione e omogeneizzazione della cavitazione controllata di SewaTOR® implichi un’importante riduzione nella viscosità e nella dimensione delle particelle per dei campioni di fango presi a diversi punti della linea di trattamento:

  • Fango biologico post ispessitore dinamico (6% TS)
  • Fango primario a monte del processo di vagliatura (1,5% TS)
  • Mix di fango primario e biologico (3% TS)
Il confronto visivo finale tra il campione originale e il campione cavitato ha mostrato appunto questo importante miglioramento nella reologia del fango trattato. Soprattutto il fango biologico che data la sua viscosità genera ai gestori dell’impianto difficoltà nelle miscelazioni e nei pompaggi, dopo il trattamento di cavitazione risulta finemente disgregato, con una significativa riduzione nella sua viscosità.
Integrando la tecnologia innovativa SewaTOR® nella linea di processo del depuratore di Cuma, i gestori potranno quindi ridurre la viscosità del fango e ottimizzare miscelazioni e pompaggi, con risparmio nei consumi energetici, ma soprattutto, migliorare la resa dei processi biologici e del processo di disidratazione, aumentando la conversione della componente organica del fango e riducendo così i costi di smaltimento!